Il multitasking? Un vero e proprio virus che minaccia la nostra salute. Impariamo a difenderci cominciando a fare una cosa per volta. Torniamo a questa vecchia e sana abitudine e impariamo a recuperare la concentrazione, mirata su un obiettivo, privilegiando la qualità delle nostre azioni.
Una cosa per volta.
Difendiamoci, insomma, dal virus del multitasking: troppa roba tutta insieme.
Innanzitutto per motivi di salute, per difendere il nostro cervello e perfino l’equilibrio psicofisico.
Secondo una ricerca dell’università del Sussex il multitasking produce ansia e depressione, alterando le stesse funzioni del cervello e costringendolo a un’attività che non è nella sua natura.
«È un rischio enorme, che corriamo tutti. E dal quale possiamo difenderci soltanto tornando a uno stile di vita più pacato, meno prigioniero delle opportunità che arrivano dalla tecnologia» commenta Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione europea sui disturbi e gli attacchi di panico.
In secondo luogo, fare una cosa per volta significa salvare la concentrazione e dunque la qualità di un gesto con i relativi risultati.
La vita non può ridursi a una somma di cose da fare, contemporaneamente, per rispettare il calendario delle scadenze. C’è bisogno di tempi e di priorità.
Terzo: il multitasking produce stress, e rischia di farci essere poco presenti nelle cose che facciamo. Al contrario, il singletasking significa dedicarsi alla cosa giusta nel momento giusto.
Con piena presenza.
Infine, mentre secondo alcuni studiosi il multitasking è una sorta di piccolo delirio di onnipotenza dell’uomo che in questo modo sente di avvicinarsi all’immortalità, il singletasking è un comportamento naturale, più coerente con la fisionomia dell’uomo. Uno stile di vita che ci avvicina alla realtà.